Bonus casa, la Manovra proroga al 2019. Di Maio: "allo studio un’ulteriore proroga"
Il Ministro dello Sviluppo economico annuncia modifiche in Parlamento e la revisione del sistema di detrazioni
25/10/2018 – Nella bozza della Legge di Bilancio 2019 c’è la proroga di un anno per tutte le detrazioni per la casa (bonus ristrutturazioni, bonus mobili, ecobonus e bonus verde). Ma l’ecobonus potrebbe godere di una proroga più lunga: ieri, infatti, nel corso del question time alla Camera, il Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha annunciato di essere al lavoro per prolungarne l’orizzonte temporale.
Ecobonus: Di Maio promette un’ulteriore proroga
L’annuncio del Ministro arriva in risposta all’interrogazione firmata dai deputati Rossella Muroni, Roberto Speranza e Federico Fornaro che hanno chiesto spiegazioni circa la proroga annuale dell’ecobonus, giudicata incoerente rispetto alla ‘promessa stabilizzazione’ fatta dagli esponenti delle forze politiche di Governo.
Il Ministro Di Maio ha risposto che il MISE, dopo aver predisposto la proroga annuale della misura, “sta lavorando per una possibile ulteriore proroga da apportare in Parlamento, nella convinzione che un orizzonte temporale più lungo possa stimolare il settore delle costruzioni e i settori produttivi interessati a mettere in campo un’offerta più strutturata”.
Per il Ministro, infatti, “un orizzonte di medio termine potrà incidere in positivo sul tasso annuale di richieste, favorendo una migliore programmazione degli interventi e garantendo un miglior risultato anche in termini di efficienza energetica generata”.
Infine, Di Maio ha anticipato l’avvio di “un’interlocuzione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per rivedere in maniera organica il sistema di detrazioni attuali nell’ottica di premiare maggiormente gli interventi ad efficienza più virtuosi, anche in vista degli obiettivi europei”.
Ecobonus: al lavoro per nuovi criteri
Non è chiaro se la modifica dei requisiti di accesso all’ecobonus, annunciata da Di Maio, andrà nella direzione delineata dalla bozza di DM diffusa nel luglio scorso che ipotizza dei massimali specifici di costo per singola tipologia di intervento. Si tratta di una spesa onnicomprensiva, i costi indicati nella tabella riassuntiva sono comprensivi di Iva, prestazioni professionali e opere complementari relativi all’installazione e alla messa in opera.
Ad esempio, con i nuovi massimali di costo, per la sostituzione di una finestra in zona climatica A, B o C, sarà ammessa alla detrazione una spesa fino a 350 euro al metro quadro (450 euro per le zone climatiche D, E ed F). Se il costo dei lavori supera i 350 euro a metro quadro, la parte eccedente non sarà conteggiata ai fini della detrazione. La bozza di DM risale a diversi mesi fa; l’attuale Governo, però, non si è espresso in maniera esplicita sul provvedimento. Bisognerà, quindi, aspettare per capire se i contenuti della bozza verranno recepiti o se saranno modificati, accogliendo le istanze degli operatori del settore.
L’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei serramenti (UNICMI), pur apprezzando la proroga annuale che “sgombra dal campo la ventilata possibilità di abolire le detrazioni, restituendo un minimo di certezze all’intero sistema industriale italiano dei serramenti” ha annunciato che si attiverà per condizionare i contenuti dei decreti attuativi che disciplineranno la pratica delle detrazioni nel 2019.
Unicmi, “attraverso una capillare opera di sensibilizzazione dei Ministeri competenti, cercherà di scongiurare l’introduzione degli elementi gravemente distorsivi (come l’indicazione di un prezzo massimo dei serramenti) contemplati dalla bozza di DM (previsto per il 2018 ma mai emanato) che rischierebbero di premiare esclusivamente prodotti di scarsa qualità provenienti dall’estero. Caldeggerà, invece, l’introduzione di regole certe che valorizzino la corretta posa in opera dei serramenti negli interventi disciplinati dalle detrazioni”.
Ecobonus, bonus ristrutturazioni, bonus mobili e bonus verde: proroga al 2019
La bozza della Legge di Bilancio 2019 prevede la proroga al 31 dicembre 2019 del bonus ristrutturazione 50% e del bonus del 50% per mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata finalizzati all’arredo degli immobili oggetto di ristrutturazione. Proroga di un anno anche per l’ecobonus per gli interventi di efficientamento energetico, sia di quelli detraibili al 65% che di quelli per i quali già dal 1° gennaio 2018 l’aliquota è scesa dal 65 al 50%. Anche per il 2019, quindi, gli interventi che continueranno ad usufruire della detrazione 65% sono:
- installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda;
- sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore;
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza pari alla classe A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
- l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100 mila euro, a condizione che l’intervento porti a un risparmio di energia primaria pari al 20%;
- l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento, acqua calda e climatizzazione.
La detrazione è al 50% è prevista per le spese relative a:
- acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi;
- acquisto e posa in opera di schermature solari;
- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a biomassa e caldaie a condensazione con efficienza pari alla classe A di prodotto prevista dal Regolamento delegato (VE) N. 811/2013;
- acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30mila euro.
Proroga al 2019 anche per il bonus verde che prevede una detrazione del 36% per gli interventi di sistemazione a verde di giardini e terrazzi.
La bozza della Manovra 2019 non parla del sismabonus che, senza necessità di proroghe, continua a funzionare con le stesse regole fino al 31 dicembre 2021.
Fonte: Edilportale
Presentato il Marchio Posa Qualità Serramenti
Sabato 12 maggio Expo Consumatori 4.0, organizzato da Assoutenti e Rete Consumatori Italia, nell’ambito del Forum “Per una casa sicura” ha ospitato la presentazione del Marchio Posa Qualità Serramenti.
Il Forum “Per una casa sicura”, moderato da Alessandro Rocchi, dopo una prima parte dedicata all’acquisto consapevole e critico di un immobile che ha visto protagonisti Mario Condò De Satriano, Vicepresidente Vicario di FIAIP, Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali e Chiara Mingardi del Consiglio Nazionale del Notariato, ha affrontato le tematiche delle ristrutturazioni, dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica dei condomini e degli appartamenti e delle relative detrazioni fiscali, coinvolgendo Edoardo Riccio, Coordinatore Giuridico Centro Studi Nazionale ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condomini, Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia, Lorenzo Benoni, responsabile Casa di Assoutenti – Rete Consumatori Italia e Pietro Gimelli, direttore generale di Unicmi, che ha confermato l’impegno di tutte le Associazioni nella diffusione delle informazioni ai consumatori sulle opportunità offerte dalle detrazioni fiscali.
Nel suo intervento, Gimelli, a nome di Anfit, CNA, Confartigianato, Consorzio LegnoLegno, FederlegnoArredo, Pvc Forum Italia e Unicmi, ha sottolineato l’importanza di un tavolo di confronto permanente fra industria, Associazioni di Consumatori, Proprietà Edilizia e Amministratori di Condominio, dove sia messa al centro la garanzia della qualità. In questo quadro, il Marchio Posa Qualità Serramenti, condiviso dall’intera filiera italiana dei serramenti, legno, alluminio, pvc, rappresenta lo strumento, attraverso il quale, il consumatore italiano potrà scegliere il serramento più corretto, usufruendo di una installazione garantita e contando su un’assicurazione per dieci anni. In pratica: “Hai comprato un serramento con determinate caratteristiche? Se non le rispetta te lo cambiamo senza problemi”.
Rete Consumatori Italia, attraverso il sito www.expoconsumatori.it e le newsletter, comunicherà ad un’ampia platea di famiglie italiane le opportunità offerte dal Marchio Posa Qualità Serramenti per un acquisto consapevole e garantito.
Fonte : Guida Edilizia
Riqualificazione energetica, finestre e cappotto gli interventi più gettonati
Report Enea su ecobonus ed efficienza energetica: nel 2014-2017 sostituiti 2,6 milioni di serramenti e realizzati 70mila lavori sull’involucro
Grazie all’ecobonus le famiglie italiane hanno investito nel 2017 oltre 3,7 miliardi di euro per realizzare circa 420 mila interventi di riqualificazione energetica. Il dato arriva dal Rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio di ENEA presentato ieri a Roma, che illustra gli investimenti stimolati dall’ecobonus. Nel quadriennio 2014-2017 sono stati realizzati 1,5 milioni di interventi: la quota principale, pari ad oltre 6 miliardi di euro, ha riguardato la sostituzione di 2,6 milioni di serramenti, mentre 2,1 miliardi di euro sono stati destinati a circa 70mila interventi sulle pareti orizzontali ed inclinate.
Riqualificazione energetica, il risparmio in termini economici ed energetici
Come mostrato dal 7° Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA (RAEE) – presentato nella stessa occasione – nel periodo 2014-2017, gli interventi di riqualificazione energetica hanno portato a un risparmio medio sulla bolletta annuale dei consumatori compreso tra i 250 euro del 2014 e i 150 euro del 2017, anche per effetto dei differenti livelli dei prezzi del gas. Di fatto, questi interventi equivalgono a un risparmio medio annuo del 15% sul totale della spesa energetica delle famiglie.
A ciò si aggiunge anche un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) derivante dall’emissione di 5,8 milioni di Titoli di Efficienza Energetica, i cosiddetti Certificati Bianchi, di cui 62% nell’industria e il 31% nel civile. Per gli interventi eseguiti nel solo 2017, è stato ottenuto un risparmio di oltre 1.300 GWh/anno, principalmente grazie a due tipologie che presentano il miglior rapporto costo/efficacia, vale a dire la sostituzione di serramenti (circa il 40% del risparmio) e la coibentazione di solai e pareti (oltre il 25%).
In generale, tutte le misure adottate nel settore dell’efficientamento dal 2011 al 2017 hanno generato complessivamente risparmi energetici per 8 Mtep/anno di energia finale, pari a due miliardi e mezzo di euro risparmiati per minori importazioni di gas naturale e petrolio e a circa 19 milioni di tonnellate di CO2 in meno rilasciate in atmosfera. Tali risparmi equivalgono al 52% dell’obiettivo al 2020 previsto dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE) e dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) e derivano per circa il 37% dai Certificati Bianchi e per oltre un quarto dalle detrazioni fiscali per interventi di efficientamento energetico.
A livello settoriale, il residenziale ha sostanzialmente raggiunto l’obiettivo atteso al 2020, l’industria è circa a metà del percorso previsto, mentre risultano ancora indietro trasporti e terziario, settore quest’ultimo in cui rientra la PA, che ha potuto contare quest’anno su 62 milioni di euro per interventi di efficientamento nelle proprie strutture tramite il “Conto Termico”. Inoltre, in risposta alla normativa Ue sulla riqualificazione energetica del 3% della superficie degli immobili della PA centrale, nel periodo 2014-2017, risultano conclusi, in fase di realizzazione o programmati interventi su oltre 190 immobili, per una superficie utile complessiva di circa 1,9 milioni di mq. Dopo la presentazione di ieri alla Camera dei Deputati, il RAEE sarà illustrato anche all’Europarlamento di Bruxelles il prossimo 10 luglio.
Riqualificazione energetica, il parco immobiliare interessato
Circa l’80% degli investimenti attivati nel 2017 (2,9 miliardi di euro su oltre 3,7 complessivi) riguarda edifici costruiti prima degli anni ‘80. In particolare, circa il 25% delle risorse totali (oltre 920 milioni di euro) è stato destinato ad edifici costruiti negli anni ‘60. Circa il 40% degli investimenti (oltre 1,4 miliardi di euro) ha riguardato una costruzione isolata (villette mono o plurifamiliari), mentre il 35% circa delle risorse (circa 1,3 miliardi di euro) ha interessato interventi su edifici in linea e condomini con più di tre piani fuori terra.
ENEA: ‘l’efficientamento contribuisce al contrasto alla povertà energetica’
“Nuove misure, provvedimenti strutturali e semplificazioni consentiranno di ottenere risultati positivi in materia di efficienza energetica e sicurezza degli edifici superando ostacoli e criticità”, sottolinea il presidente dell’ENEA Federico Testa. “In particolare, strumenti come l’ecobonus, il sismabonus e la cessione del credito fiscale aprono la strada degli incentivi anche a quella fascia di popolazione economicamente vulnerabile, circa un cittadino su dieci, che spesso vive in condomini periferici delle grandi città tutt’altro che efficienti dal punto di vista energetico”, aggiunge Testa.
“ENEA ha già messo in campo una serie di azioni formative e informative per fornire supporto su scala nazionale a tecnici, amministratori e decisori. Grazie poi al coinvolgimento di alcuni grandi operatori del mercato dei servizi energetici si potrà accelerare il percorso per la riqualificazione dei grandi complessi residenziali e degli edifici della Pubblica Amministrazione”, continua Testa.
“Questi interventi di efficientamento hanno ricadute economiche e sociali considerevoli con risultati tangibili nel contrasto alla povertà energetica, fenomeno che in Italia e in Europa affligge milioni di nuclei familiari”, conclude Testa.
Fonte: Edilportale
Riqualificazione energetica, la guida Enea per i condomìni
I requisiti tecnici necessari per accedere all’ecobonus progressivo fino all’85% sulle parti comuni
09/04/2018 – Enea sintetizza i requisiti tecnici per accedere all’ecobonus per i condomini nel Vademecum sulla riqualificazione delle parti comuni.
Ecobonus condomini: le detrazioni previste
L’Enea ricorda che gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali beneficiano di una detrazione progressiva:
- gli interventi che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio ottengono una detrazione fiscale del 70%;
- gli stessi interventi finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che conseguano almeno la “qualità media” di cui alle tabelle 3 e 4 dell’allegato 1 al DM 26 giugno 2015 portano ad una detrazione fiscale del 75%.
In questo caso le spese devono essere sostenute dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 e gli interventi avranno un limite massimo di spesa ammissibile pari a 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Infine, se in aggiunta a tali interventi si consegue la riduzione di 1 classe di rischio sismico si ottiene una detrazione fiscale dell’80% mentre se si consegue la riduzione di 2 classi di rischio sismico inferiore si è possibile usufruire della detrazione fiscale dell’85%.
In questo caso le spese devono essere sostenute dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2021 e gli interventi avranno un limite massimo di spesa ammissibile pari a 136.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Ecobonus condomini: i requisiti prescritti dall’Enea
All’agevolazione possono accedere tutti i contribuenti che sostengono le spese di riqualificazione energetica e possiedono un diritto reale sulle unità immobiliari costituenti l’edificio. È possibile per tutti i contribuenti in luogo delle detrazioni, optare per la cessione del credito. La detrazione vale se si riferisce ad edifici “esistenti” e dotati di impianto termico.
Tra i requisiti tecnici specifici, l’intervento deve:
- riguardare le parti comuni di edifici condominiali delimitanti il volume riscaldato verso l’esterno e/o i vani non riscaldati e/o il terreno e interessare più del 25% della superficie disperdente;
- configurarsi come sostituzione o modifica di elementi già esistenti (e non come nuova realizzazione in ampliamento);
- avere valori delle trasmittanze termiche dei vecchi elementi strutturali (U) superiori a quelli riportati nella tabella 2 dell’allegato B al DM 11 marzo 2008, come modificato dal DM 26 gennaio 2010;
- può comprendere, se i lavori sono eseguiti contestualmente, anche la sostituzione degli infissi e l’installazione delle schermature solari purché inseriti nei lavori previsti nella stessa relazione tecnica di cui al comma 1 dell’art. 8 del Dlgs 192/2005 e s.m.i. e insistenti sulle stesse strutture esterne oggetto dell’intervento;
- l’involucro edilizio dell’intero edificio deve avere, prima dell’intervento, qualità bassa e, dopo l’intervento, almeno la qualità media, in entrambi i casi sia per la prestazione energetica invernale che per la prestazione energetica estiva.
Sono agevolabili le opere provvisionali ed accessorie strettamente funzionali alla realizzazione degli interventi e le spese per le prestazioni professionali necessarie alla realizzazione degli interventi, compresa la redazione dell’APE.
Oltre alla “Scheda descrittiva dell’intervento”, da trasmettere esclusivamente attraverso l’apposito sito web Enea entro i 90 giorni successivi alla fine dei lavori, il cliente dovrà conservare l’asseverazione redatta da un tecnico abilitato che dovrà contenere alcuni parametri come i valori delle trasmittanze termiche dei vecchi elementi strutturali (strutture opache e/o trasparenti) e dei nuovi elementi strutturali.
Inoltre, il proprietario dovrà conservare la copia degli attestati di prestazione energetica (APE) dell’intero edificio, ante e post intervento redatti esclusivamente ai fini della richiesta delle detrazioni fiscali, prendendo in considerazione l’edificio nella sua interezza, al fine di valutare le qualità delle prestazioni invernale ed estiva dell’involucro edilizio.
Fonte: Edilportale
Ristrutturare casa, le detrazioni fiscali del 2018
Da quest’anno per ottenere l’agevolazione si dovrà inviare una comunicazione all’Enea
Da quest’anno per ottenere le agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie sarà necessario inviare una comunicazione all’Enea.
Lo scopo della raccolta di queste informazioni è monitorare e valutare il risparmio energetico ottenuto con la realizzazione dei lavori, sulla stessa falsariga di quanto accade con gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. A fare il punto della situazione sulle detrazioni del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia è l’Agenzia delle Entrate, che ha aggiornato la guida per usufruire dei bonus.
Detrazione 50% sulle ristrutturazioni
È possibile detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2018, con un limite massimo di 96mila euro, per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici condominiali. La detrazione è ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Quando gli interventi di ristrutturazione sono realizzati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, dell’arte o della professione, la detrazione spetta nella misura ridotta del 50%. I pagamenti devono avvenire con bonifico bancario o postale da cui risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o il numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Al momento del pagamento del bonifico, banche e Poste Italiane Spa devono operare una ritenuta dell’8% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori. Con la circolare n. 40 del 28 luglio 2010 l’Agenzia delle Entrate ha fornito le istruzioni operative in merito all’applicazione di questo adempimento. Tra i beneficiari ci sono anche gli Istituti autonomi case popolari (Iacp) e i soggetti con finalità analoghe, tra cui le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, purché gli interventi di ristrutturazione siano realizzati su immobili adibiti ad edilizia residenziale pubblica.
Detrazioni fiscali 2018: i lavori agevolati
È detraibile il 50% delle spese sostenute per lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze. Nei condomìni è detraibile il 50% delle spese sostenute per lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su tutte le parti comuni. Usufruiscono inoltre della detrazione i lavori sugli immobili danneggiati dalle calamità naturali, l’acquisto e la costruzione di box auto pertinenziali, l’eliminazione delle barriere architettoniche, gli interventi per la prevenzione degli illeciti, la cablatura degli edifici e il contenimento dell’inquinamento acustico, l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici, l’adozione di misure antisismiche, la bonifica dall’amianto, gli interventi anti-infortunio e l’acquisto di immobili ristrutturati. Oltre alle spese per i lavori, sono incentivate anche quelle per la progettazione, l’acquisto dei materiali, la gestione delle pratiche, le perizie e gli oneri di urbanizzazione.
Ristrutturare casa: Iva agevolata
Sulle prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, realizzati sulle unità immobiliari abitative, è prevista l’Iva ridotta al 10%. Sui beni, invece, l’aliquota agevolata si applica solo se ceduti nell’ambito del contratto di appalto. Quando l’appaltatore fornisce beni “di valore significativo”, l’aliquota del 10% si applica solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni stessi. La legge di bilancio 2018 fornisce un’interpretazione della norma che prevede l’aliquota Iva agevolata al 10% per i beni significativi, spiegando come individuare correttamente il loro valore quando con l’intervento vengono forniti anche componenti e parti staccate degli stessi beni (ad esempio tapparelle e materiali di consumo utilizzati in fase di montaggio di un infisso). La guida precisa che la determinazione del valore va effettuata sulla base dell’autonomia funzionale delle parti staccate rispetto al manufatto principale.
La questione è stata affrontata anche da un Dossier del Servizio Studi del Senato.
Fonte: Edilportale